Dante e Virgilio raggiungono la sponda dei lamenti eterni, entrano nel Limbo, il “primo cerchio che l’abisso cigne”, dove incontrano le anime di chi, pur non avendo peccato, non è stato battezzato o non ha conosciuto Cristo. Non si odono gemiti, ma sospiri. Paola Scibilia decide di restituire nell’opera quei sospiri, quei lamenti eterni. Sceglie una tavolozza scarna e con questa realizza una griglia, che potrebbe protrarsi all’infinito, e vi inserisce linee, macchie, grafismi che esprimono la condizione interiore e spirituale...
Dante e Virgilio raggiungono la sponda dei lamenti eterni, entrano nel Limbo, il “primo cerchio che l’abisso cigne”, dove incontrano le anime di chi, pur non avendo peccato, non è stato battezzato o non ha conosciuto Cristo. Non si odono gemiti, ma sospiri. Paola Scibilia decide di restituire nell’opera quei sospiri, quei lamenti eterni. Sceglie una tavolozza scarna e con questa realizza una griglia, che potrebbe protrarsi all’infinito, e vi inserisce linee, macchie, grafismi che esprimono la condizione interiore e spirituale delle figure ospitate in quel luogo. Alcuni motivi sono molto semplici, altri più virtuosi, proprio come le anime “sospese” che Dante incontra. Sulla carta l’artista fa scorrere il pennello con il colore nero, facendo riferimento all’aria oscura, profonda e nebulosa, che persiste per tutto il canto. Il contrasto tra il pallore (come il volto di Virgilio) e l’oscurità, unita alle immagini grafiche, tremolanti, ripetitive, ossessive, esprime il senso di angoscia che fa tremare l’aria.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
Ancora non ci sono recensioni.