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Canto XXVIII dell’Inferno

La nona bolgia dell’VIII cerchio presenta uno spettacolo orribile, Dante stesso, sbalordito, dichiara che nessuno potrebbe rappresentare il sangue e le piaghe che ha visto. L’artista sceglie così di presentare la visione inesprimibile, angosciante, cruda, apocalittica, sottraendo l’elemento narrativo e svuotando l’immagine, lasciando che lo sguardo vaghi in questo paesaggio infernale. Nella tela si contrappongono e fondono il rosso magmatico al nero lavico, distribuiti con pennellate dense e concitate. La scena in cui sono puniti i seminatori di discordie è completamente sconquassata e dissolta da un’essenza indomabile, dall’impressione violenta che genera questo canto di guerra e sangue. Il linguaggio scelto da Giuseppe Luciani è fortemente espressivo, giocato sul colore che è qui il protagonista: cromie vibranti e illuminate da inquietanti bagliori che in ultima analisi restituiscono il moto perpetuo delle anime dannate.

 

Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi...

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Dettaglio
Dimensioni: 70x50 cm
Anno di realizzazione: 2020
Supporto: Tela di cotone
Finitura: Opera su telaio, senza cornice
Tecnica utilizzata: Acrilico
Stile: Astrattismo
Codice prodotto: M-Q-2020-108