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Mentre sta attraversando la palude Stigia sulla barca del nocchiero Flegiàs, Dante litiga con uno degli iracondi immersi nella fanghiglia, il fiorentino Filippo Argenti, che tenta di rovesciare l’imbarcazione, ma viene respinto da Virgilio. Donatella Bartoli coglie proprio il momento in cui il dannato si richiude nella sua solitudine e ne ritrae gli occhi che fissano il vuoto e la bocca serrata, sottolineando l’espressione attonita del peccatore per sempre prigioniero della sua colpa. Alla staticità della figura immersa nell’acqua limacciosa in primo piano, si contrappone il dinamismo caotico della città di Dite sullo sfondo: fuochi accesi ovunque lambiscono la palude e avvolgono di fiamme e fumo torri e mura. Il giallo, l’ocra, l’arancio, le tante sfumature di marrone e grigio si dispiegano in corpose pennellate terragne, creando un’atmosfera cupa ed opprimente: in questa scena non c’è un filo d’erba.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque...
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