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È scesa la notte sulla scala che dalla cornice dei lussuriosi conduce al Paradiso terrestre e, poco prima dell’alba, Dante, addormentatosi su un gradino, sogna. Vede una bellissima fanciulla che, cantando, dice di chiamarsi Lia e raccoglie fiori per adornarsi il capo e ammirarsi allo specchio, mentre sua sorella Rachele osserva nell’occhio di Dio la sua immagine riflessa. Le due figure femminili (personaggi biblici, rispettivamente la prima e la seconda moglie di Giacobbe) sono allegoria della vita attiva e della vita contemplativa, ma la visione non si esaurisce nel simbolo ed esprime dolcissime suggestioni stilnovistiche. Di Lia, infatti, Federica Belloli evidenzia la bellezza esteriore, espressione di quella interiore: ella, risplendente dei colori della giovinezza, schiude la bocca nell’atto di cantare e si volge verso lo spettatore, ma una benda di fiori variopinti le impedisce di vedere. Il suo destino, infatti, non è guardare né con gli occhi del corpo né con quelli della mente, ma operare nella concretezza della realtà.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a...
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