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Corpi contorti, volti stravolti, braccia e mani che si protendono disperatamente cercando di liberarsi da un vortice tenebroso che li aspira. È un’immagine fortemente espressiva quella che raffigura la pena degli indovini, in un’atmosfera esistenziale dove le figure diventano fiamme tortuose e senza pace. Tutto è giocato sui toni del rosso, ora acceso, ora livido, una cromia sanguigna che incupisce fino ad annullarsi immergendosi nell’oscurità. Alla deformità che invade l’opera, alle espressioni strazianti di sintetiche maschere delineate da tratti geometrici, si contrappone il nudo in primo piano, che l’autore presenta in una contorsione michelangiolesca colto di tergo, ma con il volto costretto a girarsi verso lo spettatore. L’impossibilità di guardare avanti è una condizione dolorosa e avvilente, scalfita in questo volto completamente disarticolato dal corpo, dove le lacrime che scendono dagli occhi chiusi e rassegnati sono angoscia totale.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge...
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