L’artista conferisce al tredicesimo canto del Purgatorio la particolare forma di un ritratto femminile, che rappresenta la pena degli invidiosi, cioè degli individui che in vita hanno desiderato tutto ciò che era di altri. La donna appare dunque come una sensuosa tentatrice, una veste appropriata per una peccatrice e un soggetto che, assieme allo stile movimentato e frammentato e alla gamma cromatica calda, risente evidentemente degli influssi del Futurismo e del Cubismo. I suoi occhi, come quelli degli invidiosi descritti da Dante,...
L’artista conferisce al tredicesimo canto del Purgatorio la particolare forma di un ritratto femminile, che rappresenta la pena degli invidiosi, cioè degli individui che in vita hanno desiderato tutto ciò che era di altri. La donna appare dunque come una sensuosa tentatrice, una veste appropriata per una peccatrice e un soggetto che, assieme allo stile movimentato e frammentato e alla gamma cromatica calda, risente evidentemente degli influssi del Futurismo e del Cubismo. I suoi occhi, come quelli degli invidiosi descritti da Dante, sono resi ciechi, chiusi con il filo di ferro che li cuce, nello stesso modo che si utilizza per addomesticare gli sparvieri selvaggi. Ma oltre alla sofferenza l’artista vorrebbe enfatizzare la speranza dei peccatori che nel Purgatorio attendono la redenzione espiando le colpe commesse in vita, una speranza che passa attraverso la loro fede, nell’atto di pregare con le mani giunte, recitando una litania continua.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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