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Tutti i toni del grigio sono chiamati a rappresentare il gelo del ghiaccio in cui sono immersi i corpi dei dannati. Graziella Da Gioz accoglie la narrazione nello spazio compositivo della sua opera, ma non si sofferma sull’evolversi degli eventi. Le tecniche prescelte, l’olio e i pastelli dialogano magistralmente per accogliere il silenzio dello spazio e i pochi elementi rappresentati. Ogni dettaglio si manifesta come necessario e in qualche modo tagliente e incisivo. Lunghe tracce indicano il passaggio dei protagonisti che hanno sfiorato la superficie liscia come il vetro, lasciando linee cupe a ricordare la direzione del lento andare. In lontananza i toni più foschi contengono il dramma rappresentato. Poco resta da dire se non lo stupore interrogativo dello sguardo che spazia senza coinvolgersi e senza comprendere. Una sull’altra, intrecciate nella tragedia, due teste determinano il piano sequenza da cui partire per accogliere, avanzando verso lo sfondo, il susseguirsi delle forme date per accenno.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra
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