L’artista Lucio Colusso utilizza la china per rappresentare la buia ed inquietante selva dei suicidi, con cui contrasta il bianco freddo che la avvolge in un pauroso silenzio. Le chiare e minuscole figure di Dante e Virgilio fanno risaltare l’ipertrofico sviluppo di grossi cespugli nodosi e irti di spine avvelenate: essi imprigionano le anime di coloro che, avendo rifiutato la vita umana con l’estremo atto della morte autoinflitta, ora sono calati nelle misere forme di un vegetale degenerato. I loro profili innaturali riflettono...
L’artista Lucio Colusso utilizza la china per rappresentare la buia ed inquietante selva dei suicidi, con cui contrasta il bianco freddo che la avvolge in un pauroso silenzio. Le chiare e minuscole figure di Dante e Virgilio fanno risaltare l’ipertrofico sviluppo di grossi cespugli nodosi e irti di spine avvelenate: essi imprigionano le anime di coloro che, avendo rifiutato la vita umana con l’estremo atto della morte autoinflitta, ora sono calati nelle misere forme di un vegetale degenerato. I loro profili innaturali riflettono l’insensato gesto di annientarsi e il loro volto è coperto dai rami, poiché si sono privati della loro identità. Tra le loro fronde nidificano le arpie, terrificanti mostri alati di classica memoria, per metà donna e per metà uccello, che l’artista rappresenta come orrendi rapaci. Esse, strappando foglie agli arbusti, provocano dolorose ferite, da cui escono lamenti e sangue di un rosso cupo, come la terra da cui i cespugli germogliano.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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